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Sculture con le macchine

Sculture con le macchine

 

Ars Electronica ha offerto spazio ad alcuni artisti che attraverso dei congegni robotici sostituiscono il lavoro manuale dello scultore in diversi modi, a seconda della diversa tipologia di materiale e sulla voluta resa finale. Talvolta le sculture sono ottenibili solo con le macchine, altre volte  esse ne favoriscono un uso più efficace e veloce, ecco quattro esempi che seppur differenti come materiali, forme, resa, scopo e funzione hanno alcuni di questi legami in comune.

Sculpture factory– L’artista italiano Quayola si ispira come molte delle sue opere all’arte classica, stavolta al Laoconte e i suoi due figli, una scultura ellenistica della scuola di Rodi. Quayola preimposta una macchina ad incisione per modificare il polistirolo e ricreare la scultura. Le incisioni creano varie venature orizzontali a strati dove si nota il passaggio della macchina che ha inciso il materiale. Sei sculture illuminate con cura, sono state poste precludendo una centrale ancora nell’atto dell’incisione.

quayola

Orbotics : È un progetto portato avanti da 6 anni dall’australiano Matthew Gardiner. Il nome deriva dalla funzione di due parole: Origami (Letteralmente arte di piegare la carta, sculture ottenute con la carta originarie della cultura giapponese) e robotics ( riguardo al legame con gli origami e la macchina). Un congegno attraverso un sistema meticoloso di vari strati, ricrea molteplici triangoli rigidi su diverse tipologie di tessuto e materiali. Una volta piegati ricreano diversi tipi di sculture come vestiti o collane, cappelli o oggetti d’arte.

origami 1     oribotic 2

Artist Lab Marjan Colletti: Il REX/LAB “Robotic Experimentation Laboratory” è una parte dell’istituto della facoltà di architettura di Innsbruck dove insegna il professor Marjan Colletti. Già dal 2012 si incentrano sulla costruzione di meccanismi automatizzati sempre per scopi riguardanti l’ambito dell’ edilizia. Nell’opera hanno creato una struttura di calcestruzzo dalla funzione artistica sulla quale un braccio meccanico inserisce un filamento nero a strati come per inserire la calce. Marjan crede che in un futuro prossimo si potranno creare letteralmente delle case rivendibili al privato di calcestruzzo con la stampante 3D per uso industriale. Che sia chiaro stampare case con calcestruzzo è un problema che oramai appartiene solo al passato, ora sta nel è metterle in commercio.

scultura

Print a Drink: È l’opera dell’austriaco Philipp Moosbrugger dell’università d’ arte e design industriale a Linz una combinazione di diversi materiali e tecniche per ottenere una scultura all’interno di un drink. Un braccio meccanico analizza la circonferenza di un piccolo bicchiere circolare dall’alto, successivamente affonda un sottile ago all’interno di esso arrivando più o meno a metà della profondità del bicchiere. Varie sfere di una sostanza liquida vengono inserite con un leggerissimo movimento molto preciso che eseguito numerose volte forma una scultura. La cosa incredibile è la cura nel scegliere i liquidi, dato che la medesima densità tra la sostanza presente nel bicchiere e quella immessa dall’ago in piccoli dosaggi sotto forma di piccole sfere permette a quest’ultima di mantenere la posizione desiderata all’interno del liquido in cui è inserita . Il drink come tutte le bevande degne di questo nome può anche essere assaggiato, la densità è simile a quella di un classico liquore e il gusto è abbastanza dolce. La forza della macchina è sicuramente la rapidità con il quale vengono create le forme preimpostate, non stupirebbe se un giorno le trovassimo in un locale fuori casa.

drink
Il bicchiere con la scultura e il braccio meccanico sopra.
Fotografie di Stefano Baldin